(God’s) People Have the Power

È più forte di me. Ogni volta che sento parlare di “popolo di Dio”, mi viene subito in mente Étienne Gilson. Verso la fine degli anni Sessanta, Gilson cominciò a nutrire una divertente ma ostinata avversione nei confronti di questa espressione. Ecco cosa scrisse in una lettera al collega Armand Maurer, datata 2 dicembre 1969:

Mentre ero a Berkeley, durante una riunione di professori cattolici, ebbi una discussione con una donna piuttosto loquace, che mi urtava i nervi ripetendo continuamente “il popolo di Dio, il popolo di Dio”. Finalmente le dissi che nei vecchi tempi andati il popolo di Dio veniva detto la Chiesa. Improvvisamente mi assalì con un riferimento a populus Dei in Contra gentiles, IV, cap. 76! Mi sentii arrossire dalla vergogna! Per penitenza, mi costrinsi a consultare il testo. Bene, populus Dei non c’è. Cosa te ne pare? Gli Ebrei erano (sono) un popolo, il popolo ebraico, e in virtù della loro elezione da parte di Dio (scusa, da parte di YHWH), essi erano davvero il popolo di Dio. Ma dai tempi di Paolo – il mio parroco ora lo chiama Paolo – i cristiani non sono un popolo. Tu ne sai qualcosa.

(cit. in L.K. Shook, Étienne Gilson, trad. di M.S. Rossi, Jaca Book, Milano 1991, p. 460)

Il buon Gilson aveva ragione. L’espressione, di per sé, compare solo sporadicamente prima del Novecento: nei testi biblici si riferisce sempre al popolo di Israele, mentre nella tradizione patristica indica generalmente una parte del corpo ecclesiale, quella appunto costituita dai “laici” (dal greco laós, “popolo”). Il suo uso corrente, soprattutto da un punto di vista teologico, appare decisamente problematico: ma che vogliamo farci, oramai? El pueblo unido jamás será vencido.

Trovo comunque una certa ironia nel constatare come la prima attestazione di “populus Dei”, in un documento ufficiale della Chiesa, si trovi proprio nella Costituzione dogmatica Lumen Gentium (Concilio Vaticano II). E sì che il titolo era chiaro! Perciò chiedo venia a Sua Santità, che sembra apprezzarla molto, ma mi domando se non sia il caso di rubricare la formula come “tic linguistico da specchietto retrovisore”…