La croce: iconografia e interpretazione

Boris Ulianich (a cura di), La Croce. Iconografia e interpretazione (secoli I – inizio XVI). Atti del Convegno internazionale di studi (Napoli, 6 – 11 dicembre 1999), con la collaborazione di Ulderico Parente, 3 voll., Napoli, Elio de Rosa Editore, 2007, 376 + 464 + 448 pp.

Com’è noto, le prime rappresentazioni visive della Croce (ma non del Crocifisso) vengono fatte risalire alle pitture catacombali composte fra II secolo e III secolo, mentre la più antica raffigurazione della crocifissione, a tutt’oggi conosciuta, può essere individuata in quattro tavolette di avorio attualmente conservate alla National Gallery di Londra, databili attorno al 420-430: ma qual è il motivo per cui i cristiani attesero così a lungo, prima di avvalersi di un segno che avrebbe potuto indicare facilmente un punto centrale della loro fede, e al contempo interagire coi diversi significati che esso aveva già assunto in una molteplicità di scenari storici, religiosi e culturali?

La domanda, non nuova ma sempre rinnovabile, è tra quelle che ci si pone immediatamente, scorrendo i tre volumi su La Croce. Iconografia e interpretazione (secoli I – inizio XVI), che raccolgono gli Atti di un Convegno internazionale tenutosi a Napoli in prossimità del Giubileo del 2000, presso l’Università Federico II, sotto la direzione scientifica di Boris Ulianich.

Come spiega lo stesso Ulianich, al principio delle sue Note introduttive (vol. I, pp. 11-71), «l’intenzione primaria, ispiratrice del convegno, è stata quella di tentar di enucleare le motivazioni, le spinte di fondo, che sottendono la innegabile evoluzione verificatasi nell’arco di secoli nel rappresentare, dopo un periodo non breve di problemi legati alla possibilità stessa di tradurre in immagine i momenti essenziali del mistero salvifico, con le tecniche ed i materiali più diversi, la croce e il crocefisso». Ed è proprio una tale intenzione, che trascende evidentemente il proposito di una “mera descrizione fenomenologica” delle rappresentazioni della Croce nei secoli, a motivare la scelta dei due termini invocati fin dal titolo del convegno: “iconografia” e “interpretazione”. Fra analisi iconografica e riflessione storico-critica, per l’appunto, si dipanano allora i tantissimi contributi offerti al lettore e allo studioso, molti dei quali riccamente illustrati. I materiali sono stati disposti, per facilitarne la consultazione, secondo un ordine cronologico.

Il primo volume, oltre al già citato intervento introduttivo di Ulianich (“Croce. Crocefisso. Unità del mistero salvifico”), si compone di due parti: la prima, Dal paganesimo al cristianesimo, raccoglie interventi a carattere prevalentemente storico-religioso (Natale Spineto, Jean Christian Dumont) e storico-letterario (Antonio Pitta, Sever J. Voicu); la seconda, Croce e iconografia nel periodo patristico, comprende invece studi di carattere più eterogeneo, dalle analisi sulla presenza della croce nell’esegesi patristica (Teresa Piscitelli Carpino) e nell’omiletica greca (Enrico Cattaneo), fino alla considerazione del “caso” di Costatino (Giuliana Calcani, Silvana Casartelli Novelli), giungendo allo studio di particolari contesti storico-artistici, come la Campania (Fabrizio Bisconti), la Basilica di Santa Sabina a Roma (Antonella Ballardini), le catacombe di San Gaudioso a Napoli (Maria Amodio), o gli oggetti di uso comune diffusi nell’Oriente protocristiano e cristiano (Raffaella Pierobon-Benoit).

Il secondo volume prosegue il percorso cronologico, dividendosi in tre parti: la prima, Tra età antica e Medioevo: le rappresentazioni e gli usi, comprende uno studio sulla Croce nelle monete, dall’età costantiniana alla fine del Medioevo (Lucia Travaini), un intervento sulla croce dorata collocata tra IV e VII secolo sul Monte degli Ulivi a Gerusalemme (Stefan Heid), e tre contributi sulla tradizione bizantina, fra concezioni teologiche (Christopher Walter), raffigurazioni scultoree (Marina Vicelja) e iconografia (Costantino P. Charalampidis); la seconda parte, intitolata La Croce nel Medioevo: politica e culture extraeuropee, si sofferma invece sul ruolo della Croce nei processi di costruzione dell’identità, esaminando i vari casi di Napoli in età medievale (Giovanni Vitolo), del movimento crociato (Gaetano Curzi), degli affreschi che decorano una piccola cella eremitica occupata da Pietro da Morrone, in Abruzzo (Vinni Lucherini), di una lettera inedita dell’imperatore Baldovino II di Costantinopoli (Errico Cuozzo), dell’evoluzione storica e iconografica delle pietre cruciformi diffuse in Armenia (J.M. Thierry), della tradizione culturale etiopica, da un punto di vista generale (Jaqob Beyene) e secondo quanto emerge dalle Omelie sul legno della croce di Abba Kirākos (Osvaldo Ranieri), e infine dell’iconografia islamica (Maria Vittoria Fontana); la terza parte, Spiritualità e teologia della croce nel Medioevo, si concentra poi su alcuni caratteri generali dell’età carolingia (Giulio D’Onofrio), sulla teologia monastica (Giorgio Picasso), su Anselmo d’Aosta (Andrea Milano), su Tommaso d’Aquino e Bonaventura da Bagnoregio (Inos Biffi), su Francesco d’Assisi e il primo francescanesimo (Giovanni Iammarrone, Pasquale Magro), su Angela da Foligno (Romana Guarnieri), su Jean de Gerson e la devotio moderna (Luigi Borriello).

Il terzo volume, come il primo, si compone nuovamente di due ampie sezioni: la prima, dedicata a La Croce nella liturgia, esplora vari ambiti liturgici, dagli Inni latini sulla Croce (Kurt Smolak) alle origini del Rito Ambrosiano (Cesare Alzati), dal Rito del Venerdì Santo in epoca altomedievale (Enrico Mazza) alle particolarità dell’area bizantina (Stefano Parenti ed Elena Velkovska), dai kontakia di Romano il Melode (Riccardo Maisano) alle controversie iconoclastiche intorno all’Eucaristia (Ugo Criscuolo), dagli Epigrammi bizantini (Wolfram Hörandner) alle croci monumentali di Ruthwell e Kells (É.Ó. Carrágain); la seconda e ultima sezione, dedicata a La Croce nell’arte e nella letteratura del Medioevo, è quella che comprende il maggior numero di contributi, affrontando il tema delle lamine cruciformi di età longobarda (Marcello Rotili), l’iconografia del Cristo crocifisso rivestito del colobium o della tunica (Boris Ulianich), le origini e le caratteristiche peculiari del crocifisso di Fondi, forse il più antico dipinto italiano su tavola (ancora Ulianich), la datazione e i motivi stilistici della Croce di san Ruperto, conservata a Salisburgo (Johann Kronbichler), i precedenti e le specificità delle raffigurazioni della Croce in epoca carolingia (Marie-Christine Sepière), l’argomento della Croce nella tradizione poetica anglosassone tra VIII e X secolo (Anna Maria Luiselli Fadda), il caso di “arrangiamento simbolico” del sarcofago-paliotto in San Giovanni a mare a Gaeta (Francesco Aceto), la trasformazione della lettera T in Croce nelle decorazioni dei Messali in età medievale e proto-moderna (Alessandra Perriccioli Saggese), il problema delle rappresentazioni della Croce nei secoli XII e XIII (Klaus Krüger), le reliquie e il reliquiario della Vera Croce presso la Sainte-Chapelle di Parigi (Jannic Durand), la presenza e i significati della Croce nella Commedia di Dante Alighieri (Pasquale Sabbatino), l’interpretazione dell’Allegoria della Croce nel monastero di Sant’Anna a Foligno (Mario Sensi), i rapporti fra la Croce e il nome di Gesù nel cosiddetto monogramma bernardiniano (Vincenzo Pacelli), e infine il problema giuridico della Croce nel diritto canonico antico e moderno.

Come si può intuire da questo rapido elenco, sarebbe impossibile dominare con un solo colpo d’occhio tutta la straordinaria varietà dei materiali trattati, ciascuno dei quali ha del resto reso indispensabile la trattazione da parte di singoli specialisti. Una discussione più articolata e distesa, pertanto, dovrà essere rimandata in altra sede, partendo dall’esame dei singoli contributi: ci auguriamo quindi che qualcuno, anche sollecitato dalla presente segnalazione, possa presto raccogliere la sfida.

[Recensione apparsa su Annali di Storia dell’Esegesi 27/1 (2010), pp. 385-386]