Intelligence Design

Sono notevoli le pagine che Mario A. Iannaccone ha dedicato a Ronald Stark, nel suo libro Rivoluzione psichedelica. La CIA, gli hippies, gli psichiatri e la rivoluzione culturale degli anni Sessanta (SugarCo, Milano 2008, pp. 330-337). Stark è il personaggio che si presentò con un chilogrammo di LSD al ranch di Idlywild, una delle più importanti comuni lisergiche degli anni Sessanta. All’epoca era forse il più grande narcotrafficante del globo.

Dotato di varie identità, in grado di padroneggiare molte lingue (dal francese al tedesco, dall’italiano al cinese e all’arabo), fu agente d’intelligence e protagonista di operazioni coperte di vario genere, collegate a movimenti di estrema sinistra (per esempio un Communist Party creato ad arte dalla CIA), all’OLP e più tardi alle Brigate Rosse. Il suo profilo giovanile fa pensare a un coinvolgimento nel famigerato programma MK-Ultra.

Stark fu anche amico del poeta e mitografo Robert Graves, e cultore come lui della “Dea Bianca”. Probabilmente conobbe Ron Hubbard, il fondatore di Scientology. Si calcola che nel fiore della carriera riuscì a smerciare almeno cinquanta milioni di dosi di LSD. Il suo progetto era l’“accensione” psichedelica dell’Occidente e dei paesi comunisti, oltre alla liberazione del Tibet dalle truppe cinesi (un punto al quale sembrava tenere moltissimo).

Tra il 1973 e il 1979 fu in Italia, dove ebbe contatti d’affari con Roberto Fiorenzi, tra i sospettati per la strage dell’Italicus. Arrestato a Bologna nel 1975, venne rilasciato dietro cauzione nel 1979. Fece perdere le proprie tracce fino al 1982, quando la polizia olandese lo arrestò per traffico di stupefacenti, rimandandolo senza processo negli Stati Uniti.

Sarebbe morto nel 1984. Troppo tardi per rispondere alle domande del giudice italiano che lo pensava implicato nell’affaire Moro.